Le motivazioni

 

La presente raccolta di saggi di critica letteraria è un documento prezioso per una serie di motivazioni tra di loro eterogenee eppure anche molto legate le une alle altre. Nasce come atto di passione culturale e accademica da parte di un gruppo di “studenti-studiosi”, tutti laureati in “Scienze e Tecniche dell’Interculturalità” ― del vecchio e nuovo ordinamento ―, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli studi di Trieste, coordinati da Mario Faraone, relatore delle loro tesi di laurea, docente a contratto di “Letteratura Inglese” e di “Letterature dei Paesi di Lingua Inglese” presso lo stesso corso di studi dal 2001 al 2008.

Un atto di passione, si diceva, voluto e dovuto: una sorta di pietra miliare di un percorso accademico; una testimonianza importante di uno dei corsi più innovativi di indirizzo umanistico che sia apparso nel pigro panorama universitario italiano negli ultimi vent’anni.

Nato nel 1997 nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Trieste, primo ateneo ad ospitare un corso di studi interamente basato su argomenti interculturali e interdisciplinari, il Corso di Laurea in “Scienze e Tecniche dell’Interculturalità” Prima di copertina del libroha subito riscosso un notevole successo, confermato dall’alto numero di iscrizioni da parte degli studenti di ogni provincia italiana e di diversi Stati esteri, e ha rappresentato una novità vitale e stimolante.

Taglio metodologico e interpretativo ben diverso da quello multiculturale, l’approccio interculturale presenta stratificazioni eterogenee e modalità di realizzazione molto impegnative, avvalendosi di metodologie di ricerca e di insegnamento molto sofisticate e specifiche. Nell’ambito letterario e delle scienze sociali, in particolar modo, l’insegnamento didattico interculturale si avvale di diversi strumenti di ricerca nati e sviluppatisi negli ultimi decenni soprattutto nei Paesi anglofoni, come i cultural studies e i direttamente collegati gender studies. In particolar modo, per cultural studies si intende quella branca della ricerca letteraria diffusasi particolarmente in Gran Bretagna nella seconda metà del Novecento e nella quale si intende ampliare il settore classico della critica letteraria utilizzando contributi che provengono da altre discipline sociali; nel dettaglio gli studi si occupano anche di tematiche riguardanti il razzismo, il femminismo e l’etnicità. Per gender studies, o “studi di genere”, si intendono invece quegli studi che analizzano con un approccio interdisciplinare i significati e gli influssi socio-culturali della sessualità e dell'identità di genere, in questo caso specifico riferendosi alla letteratura e alla critica letteraria.

Come si vede, il confronto tra culture, e l’analisi di dinamiche simili o differenti, si realizzano a trecentosessanta gradi, con la finalità di stabilire contatti di conoscenza e di azione, con individui o comunità anche molto diversi rispetto a quelli della propria tradizione culturale. Con questo approccio, in Italia ancora relativamente innovativo, risulta possibile interpretare la propria storia e vederla come un organismo vitale in continua trasformazione attraverso le relazioni con le altre storie e gli altri popoli, piuttosto che come una struttura fissa e isolata.

C’è parso interessante come alcuni versi di Shakespeare, da noi riportati come epigrafe a quest’introduzione, potessero richiamare mirabilmente al contempo sia l’apertura mentale di chi vive un momento interculturale confrontandosi con l’alterità e riflettendo su di essa, sia l’ampliamento degli orizzonti degli studenti che si sono cimentati in queste discipline e hanno scoperto interconnessioni, differenze, altre possibilità. Da questi versi è stata tratta l’ispirazione per il titolo della presente raccolta di saggi, Scorci improvvisi su altri orizzonti: Scorci, perchè ogni saggio è solo una parziale seppure rappresentativa visione di un argomento; improvvisi, perchè per molti degli autori analizzati si è trattato di incontri subitanei con l’alterità, e per molti studiosi di un fragile incontro, di un labile compromesso fra parti discontinue e talvolta antitetiche; altri orizzonti, infine, vuole indicare sia l’alterità intravista sia le possibilità che questo incontro permette.

Nel periodo di tempo in cui il Corso è stato attivo, il lavoro di studio, ricerca e produzione di tesi svolto con entusiasmo da alcuni docenti e dalla maggior parte degli studenti ha portato alla redazione di numerosi lavori di medio e alto livello scientifico, con un taglio innovativo in diversi ambiti culturali; lavori questi che hanno dato soddisfazione a chi li ha redatti e anche ai docenti che hanno seguito i laureandi. Purtroppo, a fronte di questa esperienza complessivamente positiva, non si è visto alcun progetto pratico di valorizzazione di questo considerevole patrimonio culturale e scientifico: nonostante molteplici siano state le promesse “verbali” e le ipotesi avanzate per poter dare un seguito editoriale e divulgativo ai molti lavori positivi e validi prodotti da diversi insegnamenti del Corso di Studi in “Scienze e Tecniche dell'Interculturalità”, nulla di concreto è stato proposto né realizzato da chi di dovere. Recenti avvenimenti, in seguito a un progressivo peggioramento della conduzione da parte della direzione del Corso, hanno portato infine alla sua chiusura definitiva, in pratica mettendo fine alla bella e produttiva esperienza di docenti e studenti.

Quarta di copertinaA prescindere dagli esiti finali del corso, inoltre, a molti è sembrato uno spreco di lavoro e di risultati lasciare che studi scientifici approfonditi di un buon livello andassero perduti poiché relegati tra gli scaffali degli archivi amministrativi universitari e successivamente distrutti. Il fenomeno, che sempre più spesso accade nella Facoltà di Lettere e Filosofia, soprattutto per le tesi di laurea triennale, impedisce di fatto la consultazione e una possibile divulgazione. Per questo motivo si è cercato di individuare un modo per riuscire a dare un seppur minimo senso all’esperienza di tanti studenti con il presente progetto editoriale.

Mario Faraone è stato relatore di numerosi lavori di approfondimento e di tesi di laurea sia del vecchio che del nuovo ordinamento, portando a termine con i laureandi quasi una settantina di lavori in diversi ambiti culturali riguardanti le letterature anglofone. Dopo questa serie di esperienze ― quasi sempre positive ― proprio per conservare e tutelare la bontà del lavoro svolto, ha ritenuto opportuno selezionare e curare una collettanea di saggi tratti da circa un terzo di queste tesi, selezionando quelle di particolare pregio scientifico, innovative, originali, sperimentali nell’approccio, nella ricerca, nell’argomento trattato. Tali saggi sono stati oggetto di rielaborazione e approfondimento da parte degli autori stessi delle tesi, scegliendo capitoli particolarmente significativi, che potevano essere resi indipendenti dal resto del lavoro per veicolare comunque il significato intimo e sostanziale dell’intera tesi redatta e discussa di fronte alla commissione di laurea. Ognuno di questi saggi, insomma, è un piccolo “narratore”, capace di “parlare” a nome della tesi da cui proviene, di comunicare l’argomento, la ricerca, il dibattito in modo estremamente solido e scientificamente valido, indipendente dal resto eppure di esso specchio fedele: una parte perfettamente in grado di rappresentare il tutto.

In questo modo, la gran parte del buon lavoro di studio, analisi e riflessione non andrà perduta, anzi rimarrà a disposizione di chi voglia leggere, studiare e approfondire aspetti così significativi nel mondo della modernità e della postmodernità, con l'augurio che questa iniziativa possa essere imitata anche da altri dipartimenti. L'idea originale ha lo scopo di rendere fruibile questa collettanea a un pubblico eterogeneo, privilegiando la popolazione studentesca universitaria, non trascurando la comunità scientifica e il pubblico generale comunque interessato a un lavoro del genere, che è per sua natura molto ricco, valido e interessante, al tempo stesso divulgativo e finemente documentato. In questo modo, resterà anche una testimonianza dell'impegno profuso in un corso di studi che meritava ben altra sorte e ben più fortuna.

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